La crisi e l’unico metodo per uscirne


Non posso dire che la grande crisi che viviamo da qualche mese mi abbia colto di sorpresa: da anni ormai ero convinto che qualcosa del genere sarebbe successo primo o poi.
La bolla della speculazione finanziaria era diventata troppo grande, con le sue assurdità.
Negli ultimi tempi dell’ubriacatura finanziaria risultava più conveniente per chi aveva fondi investire in derivati piuttosto che nel lavoro umano (che è l’unica fonte che produce ricchezza reale).
Quello che forse non è ancora chiaro a tutti è che siamo di fronte a una crisi epocale e niente sarà più come prima; occorre ricostruire un’idea di comunità ed un sistema economico meno squilibrato del precedente.
A mio parere l’unica strada valida per uscire dalla crisi, che è economica, sociale e personale, sta nel ricostruire quelle relazioni sociali che nei paesi ricchi si sono perse e che invece consentono la vita nei paesi in difficoltà.
Un forte, nuovo impulso verso una vita cooperativa ed associativa nelle sue varie forme rappresenta un’ottima soluzione per rispondere alla crisi, insieme: per andare in questa direzione io e gli altri di Help to Change (www.helptochange.it) siamo pronti a fornire il supporto conoscitivo e logistico per far nascere GAS, Banche del tempo, cooperative e ambiti di relazione ed interscambio.
In alternativa, si può rispondere alla crisi chiudendosi nella difesa del proprio orto, sia a livello personale che a livello sociale: ma questa soluzione, oltre a darmi un forte senso di rigetto per le sue conseguenze sia a livello di esistenza individuale sia a livello di implicazioni sociali (la paura per il diverso, i disperati sui barconi rispediti a morire in Libia sono solo alcuni esempi), non garantisce alcunché; dietro i muri di difesa che si vanno a costruire rimangono uomini fragili e soli, in balia degli eventi.

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