Note giovanili in musica

Cerco
cerco un ordine
cerco un ordine perfetto
un Dio nell'universo.

Vola
vola fantasia
a coprire tutti i buchi
di una logica follia.

Semantica e gestualità del truzzo metropolitano



Un gruppo può definirsi tale se le persone che ne fanno parte condividono abitudini, modi di fare, espressioni di una cultura comune. L'uso di un certo tipo di linguaggio, la presenza di un certo tipo di modelli di riferimento e di aspirazioni permettono quindi di individuare il gruppo di appartenenza di una persona.

Perchè allora non fare un'analisi semi-seria del modo di essere dei vari gruppo sociali che "operano" nella realtà torinese?

Cominceremo l'analisi dal gruppo più semplice e chiassone, quello per certi versi più diretto nel suo modo di agire.

Tale gruppo è identificato nelle varie parti di Italia in modi diversi; nell' interland di Torino un' esponente tipico è classificato come "Tarro" o "Zarro" o più comunemente "Truzzo".

Il Truzzo ha normalmente un' età compresa tra i 14 e i 20 anni; prima non ha un'autonomia sufficiente per mostrare appieno le sue potenzialità, poi, a meno di casi patologici, si trasforma in qualcos'altro.
E' caratterizzato da un modo di esprimersi molto particolare, caratteristico; il suo linguaggio nasce in quel crogiuolo linguistico che è la nostra città, in particolare dalla fusione dei modi di esprimersi giovanili anni '70 (per intenderci, quelli magistralmente interpretati dal primo Verdone...) ed espressioni più comuni nell'Italia meridionale.

C'è, ad esempio, un improprio uso della congiunzione "cioè" ("cioè che storie", "Cioè..."), unito ad una dizione molto nasale ed a lunghe pause tra una parola e l'altra, spazi riempiti di solito prolungando l'ultima vocale ( "iooo ... nooo.. sto uscendo con una tipa, nooo..."), o aggiungendo delle parole riempitive (es. cioè, minchia, che ciocco, che storie ecc...).

Di tradizione più meridionalista è l'uso della parola "minchia" che perde il suo valore di definizione volgare dell'organo sessuale maschile per diventare una parola buona per tutte le occasioni; quasi una congiunzione quando usata in luogo del "cioè" ("io sono andato lì no e.... minchia quello mi guardava male, ma io .... minchia .... l'ho guardato più male di lui ecc."), oppure la classica espressione di meraviglia e sorpresa ("minchia!" oppure "minchia che storia!").

Un' altra caratteristica delle frasi gergali del truzzo è l'utilizzo del "no" come rafforzativo della frase che lo precede, in luogo di come negazione : "Cioè io sono andato lì...no... e ci ho detto delle cose ... no ... e lui mi ha guardato brutto!).
Meritano un discorso a parte le parole e le coloratissime espressioni coniate appositamente dal gruppo; si va dallo "Stai cisti", usato in luogo del più comune "Stai attento", al "Che Ciocco", utilizzato in tono di positiva meraviglia, dal "Cioè che storia" alle espressioni vagamente ribelli nei confronti dell'ordine cosmico quali "Zio Fa" e "Porcoddue".

Per quanto riguarda i modelli comportamentali, il Truzzo è molto sociale, legato strettamente al gruppo di dieci,dodici persone di cui fa parte, con cui normalmente condivide i luoghi di ritrovo; si tratta generalmente di Bar o sale giochi nei quali i vari gruppi passano la maggior parte del tempo libero; sono luoghi di ritrovo, interscambio, che il gruppo riconosce come territorio proprio.

Piuttosto interessanti sono i modelli di comunicazione del Truzzo; esso si rivolge ai suoi simili (gli appartenenti al suo gruppo) chiamandoli per nome.
Tutti gli altri vengono apostrofati con un generico "Ou" od un più cordiale "Hei tipo".

Per quanto riguarda i rapporti con l'altro sesso, si può registrare una delle poche differenze comportamentali tra il Truzzo maschio ed il Truzzo femmina (o Truzza) ; il Truzzo maschio è indubbiamente cacciatore, parla molto, mostra la sua forza fisica al Luna Park, finge di picchiare la "tipa".

La Truzza è più riflessiva, accetta la corte e mostra la sua approvazione ridendo o restituendo le botte. Se il corteggiamento ha buon esito "il tipo no ... si mette con la tipa e ... minchia no... è un bel ciocco.....la tipa comincia a girare con gli amici del tipo no .... e la vita continua".

In ultimo, emeriti studiosi del Truzzo hanno proposto una classificazione dei vari aspetti di questo poliedrico fenomeno in base al colore di un capo di abbigliamento tipico: il bomber.

Il Truzzo indossa normalmente il bomber blu, a differenza della Truzza che lo preferisce verde. Il "Truzzo alternativo" veste con preferenza il bomber bordeaux od il bomber canonico indossato al contrario (ponendo verso l'esterno la delicata imbottitura arancione).

Il Truzzo di ispirazione sinistroide indossa il bomber rosso, il "Truzzo dark" usa prevalentemente il bomber nero al contrario del "Truzzo militarista" che preferisce il bomber mimetico.

Il concerto di HoraNona per Help To Change - Ottobre 2007


Toccata e fuga



Guglielmo era stato, come al solito, troppo ottimista e se ne rese conto quando, alcuni mesi dopo, si ritrovò a fare bilanci del proprio passato ed ad programmare il suo futuro a medio lungo termine. Gli capitava di farlo solamente nei periodi di crisi più nera, quando, per dimenticare la tristezza del vivere quotidiano, proiettava la sua immaginazione ad un futuro pieno di gioie e soddisfazioni.
Si immaginava così a capo di popoli, oppure ad Oslo per ritirare un qualsiasi premio Nobel, oppure ad Hollywood, attorniato di donne bellissime; e pensava a quanto triste sarebbe stata la vita di Elena, rintanata in un angolo del mondo a piangere sull'opportunità che aveva perso; avrebbe potuto essere lei la donna al fianco di quel semidio!
Proprio quando Guglielmo pensava che, in fondo, non poteva condannare la povera Elena ad un tale futuro di sofferenze, comparve sulla scena Mimì.

Probabilmente, cari lettori, avrete già notato che mi diletto a descrivere i miei personaggi come degli attori di teatro che interpretano dei ruoli; questo perchè sono convinto che tutti, anche lontano dalla finzione scenica o letteraria, interpretino dei ruoli, più o meno consolidati.
Inoltre, descrivere i personaggi per sommi capi è molto più semplice per me e molto meno tedioso per il povero lettore. Così il Guru, che ha il ruolo del giovane donnaiolo e rappresenta l'archetipo dell' astuzia alla maschile è un personaggio completamente definito; se lo dovessi descrivere come è nato in realta nella mia mente dovrei utilizzare pagine e pagine per farne rivivere la vita, le esperienze, le tristezze, ottenendo probabilmente lo stesso risultato. E quindi il Guru rimane il Guru e diventa Tony solamente quando abbandona il suo ruolo. Stesso dicasi per Simbad, il Filosofo dell' Assurdo, l'Ingegnere.
Un riguardo particolare lo riservo soltanto a Guglielmo e a quanto di me stesso c'è in questo personaggio, quando vive la sua vita senza interpretare i suoi personaggi; quando lo fa diventa lo Psicologo o Butterfly. Alla stessa maniera vengono resi vivi i personaggi a più stretto contatto con Guglielmo; diciamo che in questa storia Guglielmo è il centro di gravità e gli altri personaggi (Guglielmo compreso) acquistano il rango di 'esseri' in funzione del loro modo di porsi nei confronti di questo centro.

Lo scopo di questa spiegazione è quello di cercare di superare l'imbarazzo nella definizione del personaggio di Mimì.
Quando è nata doveva essere una donna fragile, in balia di un mondo duro e spietato; sarebbe stata una Lucia di manzoniana memoria ed avrebbe riattivato in Guglielmo l'istinto protettivo del padre o del fratello maggiore. Rispetto all' ipotetica Lucia, Guglielmo sarebbe stato lo Psicologo.
Ma poi, nello spazio della mia immaginazione che fa da fucina per i personaggi, è nata una figura che potrei definire l'archetipo della malizia femminile; volitiva, forte e sensuale. Sarebbe stata una Messalina o una novella Salomè, in grado di trascinare ai suoi voleri stirpi di uomini. Rispetto a Salomè, Guglielmo avrebbe tentato di essere Butterfly.
Ho deciso allora di creare Mimì, un' esplosiva fusione di Lucia e Salomè, perché è giunto ormai il momento di far crescere Guglielmo.

Si diceva che Guglielmo è indaffaratissimo nel fare bilanci della sua vita; poichè ormai il ruolo dello Psicologo permeava anche i rapporti con se stesso, Guglielmo si stese idealmente in un lettino e si analizzò minuziosamente.
Scoprì così di essere terribilmente attratto dalle donne molto egocentriche, in grado di attirare su di sè le attenzioni di tutti i maschietti ; questo contrastava fortemente con la sua indole gelosa, e le sue "storie" sarebbero sempre state travagliate. Decise in maniera solenne di non innamorarsi più di donne egocentriche.
Inoltre, preso atto della sua facilità ad instaurare rapporti intimi con persone dell' altro sesso, cominciò a pensare che sarebbe stato meglio prolungare la fase del corteggiamento invece di buttarsi a peso morto su qualsiasi occasione favorevole. Questo perchè pensava che il ricordo del periodo di innamoramento può tenere insieme una coppia nei momenti in cui il rapporto diventa un po' più freddo.
In ultimo, notò che nella scelta della partner tendeva a seguire inconsapevolmente il suo desiderio di fuga, e cercava donne con le quali fosse possibile fuggire dal suo mondo per ricostruire tutto altrove. Non avrebbe più cercato donne che vivono da sole o in disaccordo con la famiglia perché, nel primo caso, avrebbe dovuto subire la concorrenza di decine di uomini (pensava infatti che appena un uomo conosce una donna che vive sola subito pensa che sia una donna facile), nel secondo non avrebbe potuto a lungo competere con la famiglia.
Imbaldanzito dalla sensazione di aver risolto definitivamente i suoi problemi di relazione con l'altro sesso, Guglielmo sintetizzò i suoi pensieri con lo slogan (peraltro riduttivo rispetto alla complessità del suo ragionamento) "basta con le donne egocentriche,facili e libere!", senza tener conto che così eliminava dalle sue mire il novantanove per cento delle ragazze disponibili.
Indipendentemente dalla correttezza della sua analisi, Guglielmo avrebbe dovuto tenersi lontano mille miglia da Mimì; la ragazza, infatti, incarnava perfettamente il quadro di 'situazione di pericolo' appena disegnato.
Si erano conosciuti qualche mese prima, tanto per cambiare ad una serata cantante nel parco del Valentino; Guglielmo era all' apice del suo grande amore per Elena, ed avrebbe voluto baciarla ed abbracciarla in continuazione. Ma in pubblico ciò non si poteva fare ed allora si limitava a starle intorno cercando di non dimostrare la sua impazienza. Mimì era all'apice della sua storia d' amore con un tizio; malgrado il suo appassionato sentimento per Elena, il nostro eroe non poté fare a meno di provare un certo tipo di attrazione per Mimì, con la sensazione che i loro idilliaci rapporti con i rispettivi partners non sarebbero durati a lungo. Per quella sera cancellò comunque dalla mente quel pensiero.

Quel certo tipo di attrazione ritornò una domenica pomeriggio, a casa di Simbad.
Mimì era in piena crisi "da abbandono" e lo stesso dicasi di Guglielmo, che comunque aveva intenzione di andare a trovare il giorno stesso la sua amata Elena, nella prospettiva di una sempre meno probabile riconquista.
- Perché non ti siedi più vicino, non ti mangio mica!! - esordì timidamente Mimì vedendo che Guglielmo stava un pò sulle sue. Il ragazzo non si fece ripetere l'invito due volte e si riscaldò al tepore del di lei sinuoso fianco.
Per quel pomeriggio Guglielmo dimenticò i suoi mali ed, esaltato, esaltò Mimì in un crescendo di entusiasmo che non si conosceva da mesi. Decise allora di rimanere a cena con Mimì e l'allegra compagnia.

Guglielmo non riesce a comprendere i suoi sentimenti e, passeggiando nervosamente, aspetta Mimì sotto il portone. Mimì è molto bella; ha capelli vaporosi che scendono su un viso capace di espressioni molto coinvolgenti; altrettanto coinvolgente trova il suo corpo che risalta orgoglioso malgrado i maglioni larghi.
Gli piace anche come lo ha circuito, desiderato, conquistato; è pervaso da quella sottile esaltazione dell' esploratore che, superata un dura montagna, si trova davanti un paesaggio bellissimo.
Ma, diversamente dall'esploratore, una sottile tensione gli si insinua nello stomaco. E non sa perchè.
Mimì, dal canto suo, prova una sensazione simile, come gli avrebbe confermato qualche ora più tardi.
Il programma della serata prevedeva il rafforzamento di un rapporto che era nato due sere prima: Guglielmo aveva fatto in modo di accompagnare a casa Mimì per verificare le chiacchere che circolavano in compagnia da qualche settimana. I beni informati giuravano che Mimì si era presa una cotta stratosferica per Guglielmo ed il nostro beniamino è un convinto assertore della teoria "Chiodo sciaccia chiodo" o "Quando Si Cade Da Cavallo Bisogna Subito Risalirci". Quindi Mimì poteva essere il modo migliore per dimenticare Elena, di cui continuava ad essere teneramente innamorato; anche perchè la ragazza era (ed è tuttora) decisamente interessante.
Giunti sotto casa di Mimì avevamo continuato a parlare e Guglielmo Butterfly si era deciso a rompere tutti gli indugi baciandola.
Da un po' di donne a questa parte il nostro Butterfly aveva trovato un modo infallibile per superare la timidezza: sentendosi decisamente scemo nella parte di colui che dichiara amore eterno (l'unica eccezione era stata Elena), appena aveva un vago sentore di accondiscendenza da parte della partner, le si buttava addosso baciandola passionalmente.
Non doveva dire nulla, il gesto era un' inequivocabile segno di gradimento, e nessuna finora lo aveva cacciato via con la classica ginocchiata nei ...
La tecnica del bacio appassionato funzionò anche per Mimì che, come si diceva, pareva non aspettare altro, e Guglielmo tornò trionfante a casa con la promessa di un appuntamento entro due giorni.

Vi ho già parlato del mio imbarazzo nel descrivere Mimì: penso che i lettori più attenti l'abbiano anche notato dal disordine con cui sto descrivendo questa avventura di Guglielmo . In realtà non riesco proprio ad immaginarmi come si dovesse sentire Mimì in quel momento, quando esce dal portone di casa sua ed il nostro è così assorto nei suoi pensieri.
Lei si può intuire, è possibile sentire quello che prova ed il flusso delle sue emozioni, ma non si può capire a fondo...