Ci sono dei momenti in cui ogni sforzo, ogni fatica, acquista un senso direi sublime: sono quei momenti che ricaricano le batterie, danno senso al lavoro quotidiano che il più delle volte è oscuro e paziente.
Sono qui momenti per cui, e non esagero, vale la pena di vivere.
Ieri sera, tornando in caretto da Thisse attraverso la campagna senegalese illuminata da una straordinaria luna piena, mi sono ritrovado a parlare con Pape e Bay Fall (il carrettiere) di esperienza, di senso, di trascendenza, di mistica in una lingua non mia, per essere esatti non "nostra", ed ho scordato le ossa rotte da tre ore di carretto, l'ansia che mi prende prima di ogni cena, di ogni concerto, di ogni attività economica, di ogni partenza, per percepire per un lungo momento il senso di tutto questo.
Non si tratta di un semplice momento di felicità ma del sospetto di essere una particella orientata di qualcosa di enormemente più grande, cominciata prima di me e che continuerà oltre di me. Qualcosa di più grande.
E' una sensazione esaltante, che non si può descrivere se non se ne ha esperienza, ma che so di condividere con tanta altra gente: se, come spero, siamo la maggioranza, c'è speranza per questo mondo; non c'è crisi economica, esplosioni di razzismo o violenza che ci possono fermare, perchè siamo particelle di un processo più grande. Un processo che ha portato l'essere umano a scendere dagli alberi, a coprirsi dal freddo, a costruire case e città, a creare scienze e credi non violenti adatti per un nuovo mondo.
Ieri sera questo nuovo mondo sembrava laggiù, appena dietro l'ombra del Baobal sotto la luce della luna.
Sono qui momenti per cui, e non esagero, vale la pena di vivere.
Ieri sera, tornando in caretto da Thisse attraverso la campagna senegalese illuminata da una straordinaria luna piena, mi sono ritrovado a parlare con Pape e Bay Fall (il carrettiere) di esperienza, di senso, di trascendenza, di mistica in una lingua non mia, per essere esatti non "nostra", ed ho scordato le ossa rotte da tre ore di carretto, l'ansia che mi prende prima di ogni cena, di ogni concerto, di ogni attività economica, di ogni partenza, per percepire per un lungo momento il senso di tutto questo.
Non si tratta di un semplice momento di felicità ma del sospetto di essere una particella orientata di qualcosa di enormemente più grande, cominciata prima di me e che continuerà oltre di me. Qualcosa di più grande.
E' una sensazione esaltante, che non si può descrivere se non se ne ha esperienza, ma che so di condividere con tanta altra gente: se, come spero, siamo la maggioranza, c'è speranza per questo mondo; non c'è crisi economica, esplosioni di razzismo o violenza che ci possono fermare, perchè siamo particelle di un processo più grande. Un processo che ha portato l'essere umano a scendere dagli alberi, a coprirsi dal freddo, a costruire case e città, a creare scienze e credi non violenti adatti per un nuovo mondo.
Ieri sera questo nuovo mondo sembrava laggiù, appena dietro l'ombra del Baobal sotto la luce della luna.