Toccata e fuga



Guglielmo era stato, come al solito, troppo ottimista e se ne rese conto quando, alcuni mesi dopo, si ritrovò a fare bilanci del proprio passato ed ad programmare il suo futuro a medio lungo termine. Gli capitava di farlo solamente nei periodi di crisi più nera, quando, per dimenticare la tristezza del vivere quotidiano, proiettava la sua immaginazione ad un futuro pieno di gioie e soddisfazioni.
Si immaginava così a capo di popoli, oppure ad Oslo per ritirare un qualsiasi premio Nobel, oppure ad Hollywood, attorniato di donne bellissime; e pensava a quanto triste sarebbe stata la vita di Elena, rintanata in un angolo del mondo a piangere sull'opportunità che aveva perso; avrebbe potuto essere lei la donna al fianco di quel semidio!
Proprio quando Guglielmo pensava che, in fondo, non poteva condannare la povera Elena ad un tale futuro di sofferenze, comparve sulla scena Mimì.

Probabilmente, cari lettori, avrete già notato che mi diletto a descrivere i miei personaggi come degli attori di teatro che interpretano dei ruoli; questo perchè sono convinto che tutti, anche lontano dalla finzione scenica o letteraria, interpretino dei ruoli, più o meno consolidati.
Inoltre, descrivere i personaggi per sommi capi è molto più semplice per me e molto meno tedioso per il povero lettore. Così il Guru, che ha il ruolo del giovane donnaiolo e rappresenta l'archetipo dell' astuzia alla maschile è un personaggio completamente definito; se lo dovessi descrivere come è nato in realta nella mia mente dovrei utilizzare pagine e pagine per farne rivivere la vita, le esperienze, le tristezze, ottenendo probabilmente lo stesso risultato. E quindi il Guru rimane il Guru e diventa Tony solamente quando abbandona il suo ruolo. Stesso dicasi per Simbad, il Filosofo dell' Assurdo, l'Ingegnere.
Un riguardo particolare lo riservo soltanto a Guglielmo e a quanto di me stesso c'è in questo personaggio, quando vive la sua vita senza interpretare i suoi personaggi; quando lo fa diventa lo Psicologo o Butterfly. Alla stessa maniera vengono resi vivi i personaggi a più stretto contatto con Guglielmo; diciamo che in questa storia Guglielmo è il centro di gravità e gli altri personaggi (Guglielmo compreso) acquistano il rango di 'esseri' in funzione del loro modo di porsi nei confronti di questo centro.

Lo scopo di questa spiegazione è quello di cercare di superare l'imbarazzo nella definizione del personaggio di Mimì.
Quando è nata doveva essere una donna fragile, in balia di un mondo duro e spietato; sarebbe stata una Lucia di manzoniana memoria ed avrebbe riattivato in Guglielmo l'istinto protettivo del padre o del fratello maggiore. Rispetto all' ipotetica Lucia, Guglielmo sarebbe stato lo Psicologo.
Ma poi, nello spazio della mia immaginazione che fa da fucina per i personaggi, è nata una figura che potrei definire l'archetipo della malizia femminile; volitiva, forte e sensuale. Sarebbe stata una Messalina o una novella Salomè, in grado di trascinare ai suoi voleri stirpi di uomini. Rispetto a Salomè, Guglielmo avrebbe tentato di essere Butterfly.
Ho deciso allora di creare Mimì, un' esplosiva fusione di Lucia e Salomè, perché è giunto ormai il momento di far crescere Guglielmo.

Si diceva che Guglielmo è indaffaratissimo nel fare bilanci della sua vita; poichè ormai il ruolo dello Psicologo permeava anche i rapporti con se stesso, Guglielmo si stese idealmente in un lettino e si analizzò minuziosamente.
Scoprì così di essere terribilmente attratto dalle donne molto egocentriche, in grado di attirare su di sè le attenzioni di tutti i maschietti ; questo contrastava fortemente con la sua indole gelosa, e le sue "storie" sarebbero sempre state travagliate. Decise in maniera solenne di non innamorarsi più di donne egocentriche.
Inoltre, preso atto della sua facilità ad instaurare rapporti intimi con persone dell' altro sesso, cominciò a pensare che sarebbe stato meglio prolungare la fase del corteggiamento invece di buttarsi a peso morto su qualsiasi occasione favorevole. Questo perchè pensava che il ricordo del periodo di innamoramento può tenere insieme una coppia nei momenti in cui il rapporto diventa un po' più freddo.
In ultimo, notò che nella scelta della partner tendeva a seguire inconsapevolmente il suo desiderio di fuga, e cercava donne con le quali fosse possibile fuggire dal suo mondo per ricostruire tutto altrove. Non avrebbe più cercato donne che vivono da sole o in disaccordo con la famiglia perché, nel primo caso, avrebbe dovuto subire la concorrenza di decine di uomini (pensava infatti che appena un uomo conosce una donna che vive sola subito pensa che sia una donna facile), nel secondo non avrebbe potuto a lungo competere con la famiglia.
Imbaldanzito dalla sensazione di aver risolto definitivamente i suoi problemi di relazione con l'altro sesso, Guglielmo sintetizzò i suoi pensieri con lo slogan (peraltro riduttivo rispetto alla complessità del suo ragionamento) "basta con le donne egocentriche,facili e libere!", senza tener conto che così eliminava dalle sue mire il novantanove per cento delle ragazze disponibili.
Indipendentemente dalla correttezza della sua analisi, Guglielmo avrebbe dovuto tenersi lontano mille miglia da Mimì; la ragazza, infatti, incarnava perfettamente il quadro di 'situazione di pericolo' appena disegnato.
Si erano conosciuti qualche mese prima, tanto per cambiare ad una serata cantante nel parco del Valentino; Guglielmo era all' apice del suo grande amore per Elena, ed avrebbe voluto baciarla ed abbracciarla in continuazione. Ma in pubblico ciò non si poteva fare ed allora si limitava a starle intorno cercando di non dimostrare la sua impazienza. Mimì era all'apice della sua storia d' amore con un tizio; malgrado il suo appassionato sentimento per Elena, il nostro eroe non poté fare a meno di provare un certo tipo di attrazione per Mimì, con la sensazione che i loro idilliaci rapporti con i rispettivi partners non sarebbero durati a lungo. Per quella sera cancellò comunque dalla mente quel pensiero.

Quel certo tipo di attrazione ritornò una domenica pomeriggio, a casa di Simbad.
Mimì era in piena crisi "da abbandono" e lo stesso dicasi di Guglielmo, che comunque aveva intenzione di andare a trovare il giorno stesso la sua amata Elena, nella prospettiva di una sempre meno probabile riconquista.
- Perché non ti siedi più vicino, non ti mangio mica!! - esordì timidamente Mimì vedendo che Guglielmo stava un pò sulle sue. Il ragazzo non si fece ripetere l'invito due volte e si riscaldò al tepore del di lei sinuoso fianco.
Per quel pomeriggio Guglielmo dimenticò i suoi mali ed, esaltato, esaltò Mimì in un crescendo di entusiasmo che non si conosceva da mesi. Decise allora di rimanere a cena con Mimì e l'allegra compagnia.

Guglielmo non riesce a comprendere i suoi sentimenti e, passeggiando nervosamente, aspetta Mimì sotto il portone. Mimì è molto bella; ha capelli vaporosi che scendono su un viso capace di espressioni molto coinvolgenti; altrettanto coinvolgente trova il suo corpo che risalta orgoglioso malgrado i maglioni larghi.
Gli piace anche come lo ha circuito, desiderato, conquistato; è pervaso da quella sottile esaltazione dell' esploratore che, superata un dura montagna, si trova davanti un paesaggio bellissimo.
Ma, diversamente dall'esploratore, una sottile tensione gli si insinua nello stomaco. E non sa perchè.
Mimì, dal canto suo, prova una sensazione simile, come gli avrebbe confermato qualche ora più tardi.
Il programma della serata prevedeva il rafforzamento di un rapporto che era nato due sere prima: Guglielmo aveva fatto in modo di accompagnare a casa Mimì per verificare le chiacchere che circolavano in compagnia da qualche settimana. I beni informati giuravano che Mimì si era presa una cotta stratosferica per Guglielmo ed il nostro beniamino è un convinto assertore della teoria "Chiodo sciaccia chiodo" o "Quando Si Cade Da Cavallo Bisogna Subito Risalirci". Quindi Mimì poteva essere il modo migliore per dimenticare Elena, di cui continuava ad essere teneramente innamorato; anche perchè la ragazza era (ed è tuttora) decisamente interessante.
Giunti sotto casa di Mimì avevamo continuato a parlare e Guglielmo Butterfly si era deciso a rompere tutti gli indugi baciandola.
Da un po' di donne a questa parte il nostro Butterfly aveva trovato un modo infallibile per superare la timidezza: sentendosi decisamente scemo nella parte di colui che dichiara amore eterno (l'unica eccezione era stata Elena), appena aveva un vago sentore di accondiscendenza da parte della partner, le si buttava addosso baciandola passionalmente.
Non doveva dire nulla, il gesto era un' inequivocabile segno di gradimento, e nessuna finora lo aveva cacciato via con la classica ginocchiata nei ...
La tecnica del bacio appassionato funzionò anche per Mimì che, come si diceva, pareva non aspettare altro, e Guglielmo tornò trionfante a casa con la promessa di un appuntamento entro due giorni.

Vi ho già parlato del mio imbarazzo nel descrivere Mimì: penso che i lettori più attenti l'abbiano anche notato dal disordine con cui sto descrivendo questa avventura di Guglielmo . In realtà non riesco proprio ad immaginarmi come si dovesse sentire Mimì in quel momento, quando esce dal portone di casa sua ed il nostro è così assorto nei suoi pensieri.
Lei si può intuire, è possibile sentire quello che prova ed il flusso delle sue emozioni, ma non si può capire a fondo...

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