Presentazione del libro "Carezze, Ironia e Tabacco" di Ivan Marchetti

Da un po’ di tempo mi entusiasma l’idea di presentare ed in qualche modo diffondere le opere artistiche culturali che gli amici che ho conosciuto nell’ambito del Movimento Umanista stanno producendo. 

Non è un caso che proprio gli amici con cui ho condiviso quell’ambito della mia attività sono così prolifici di opere artistiche: il pensiero di Silo è, di per sé, ispiratore e spinge chi può a cimentarsi con quella alta espressione umana che è l’arte. 
Sia essa la letteratura, la musica, la scultura, la pittura.

In questo contesto, il primo che mi è venuto in mente è stato Ivan Marchetti e dalla convergenza delle nostre intenzioni è nata questa serata.

Ho avuto il piacere di condividere con Ivan tanti momenti negli ultimi anni.

Le nostre vite normalmente procedono simmetriche e parallele ed incontrarci ogni tanto per condividere impressioni e punti di vista è uno stimolante piacere.

Leggere i libri di Ivan è uno di questi momenti di incontro perché lui, nello stile emotivo e tumultuoso con cui scrive, risuona in me nel profondo e penso che succeda la stessa a tutti quelli che hanno un minimo di empatia.

Come non ricordare ad esempio l’indignazione che traspare  in “How are you?” dal contatto con la miseria ingiustificabile della bidonville keniane, miseria da cui si stagliano uomini, donne e bambini straordinari per umanità e grandezza; la stessa rabbia l’ho provata nella periferia di Dakar, un rabbia che mi ha reso per anni apatico e refrattario a tutte quelle futilità che qui in Europa erano considerate di importanza fondamentale.

Nel libro che presentiamo stasera, “Carezze, Ironia e Tabacco” all’emozione della scrittura si aggiungono altri aspetti, tutti vissuti profondamente ed altrettanto profondamente passati al lettore. 

Innanzitutto l’amore ed il profondo rispetto per Carlo, dipinto magistralmente nella sua umanità, con i pregi ed i difetti sintetizzati dallo stesso titolo. 
Il Carlo ironico e profondo, che sceglie con leggerezza di mettere in secondo piano le sue ambizioni artistiche per donare alla famiglia una vita più tranquilla e dignitosa. Un grandissimo atto d’amore reso magistralmente in alcune delle pagine più belle del libro.

Fa da sfondo a tutto questo uno spaccato di Torino dalla fine degli anni 70 in poi, quell’ambiente in cui le persone della mia età non avranno difficoltà a riconoscesi: dal tranquillo e dignitoso vivere del post boom economico, alle prime preoccupazioni economiche, alle fabbriche che chiudono al cambiare rapido che sconvolge qualsiasi punto di riferimento precedente.

Ed ultimo, ma più importante, quella certezza che un rapporto così forte possa sopravvivere nel tempo e nello spazio, riverberandosi in un nuovo rapporto padre figlio, quello tra Ivan e quel nipote Zaccaria che Carlo non ha avuto la possibilità di conoscere.

Volevo ringraziare Ivan per averci regalato i suoi sentimenti più profondi in maniera così efficace. 

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